giovedì 13 novembre 2014

Ouverture #12 - Brisingr [Christopher Paolini]


L'Incipit, ovvero "l'esplosione semantica che genera e avvia il cosmo romanzesco e ci consente di individuarne i caratteri, di intuire panorami e sviluppi futuri" che "avviene non appena leggiamo le prime dieci o venti righe" [B. Traversetti]. 

Brisingr [Christopher Paolini]
Eragon scutava l'oscura torre di pietra, nascondiglio dei mostri che avevano ucciso suo zio Garrow.
Era immobile, disteso sul ventre, dietro il crinale di una duna sabbiosa disseminata di fili d'erba, cespugli di rovi e piccoli cactus simili a boccioli di rosa. Gli steli secchi dell'anno prima gli punsero i palmi quando prese a strisciare lento sui gomiti per ottenere una visuale migliore dell'Helgrind, che svettava sulla pianura come un pugnale nero estratto dalle viscere della terra.
Il sole morente proiettava lunghe ombre sinuose sulle basse colline e - a ovest, in lontananza - illuminava la superficie del Lago di Leona, trasformando l'orizzonte in una tremolante fascia d'oro.
Eragon sentiva il respiro regolare di suo cugino Roran, disteso al suo fianco, ma l'emissione d'aria, che di norma sarebbe stata impercettibile, risuonava straordinariamente amplificata al suo sviluppatissimo udito, uno dei molti cambiamenti che aveva subito durante l'Agaetí Blödhren, la Celebrazione del Giuramento di Sangue degli elfi.

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